Petralana - "A che ora arriva il Dj?" - SUB008
Uscito il 3 marzo 2014
Dieci anni fa Firenze ha visto nascere i Petralana. Inizialmente un duo (Tommaso e Marco) che rendeva omaggio a De Andrè, ma dopo svariate esperienze live la band ha acquistato altri due membri, Richard e Piero. I primi anni vedono i fiorentini intenti a suonare in giro per l’Italia, per poi rifugiarsi in cerca di quell’ispirazione per poter realizzare qualcosa di proprio. Nasce così l’album che li lancia sulle scene musicali italiane, 'Oggi Cadono Le Foglie' (2010) targato SuburbanSky. Dopo il successo dell'album d'esordio e cambiamenti nella line up, i Petralana tornano e confermano un talento come pochi altri, e l'innata voglia di raccontare delle storie con 'A Che Ora Arriva Il Dj?'. Un suono rock-oriented accompagna la voce morbida, quasi rilassante, di Tommaso; i testi interamente scritti dal gruppo mostrano un alto livello di maturazione, ed un talento tale che ben esalta tutti i fronti che contraddistinguono questa band da mille altre.
Flora Mocerino- Hardsounds
Piacevole sorpresa questo nuovo disco dei Petralana, band fiorentina che, devo ammetterlo, non conoscevo affatto prima di poche settimane fa e che conta nella propria line up quattro musicisti decisamente dotati ed estrosi. Il loro stile, che definirei cantautorale, alterna momenti delicati, per lo più prettamente acustici, a momenti maggiormente ironici che sanno virare verso un sano rock, a volte anche energico. La prima nota piacevole è la voce del cantante Tommaso Massimo che di volta in volta, a seconda del mood del brano, sa avvolgere l’ascoltatore, o intrattenerlo nei momenti più giocosi fra i quali senza dubbio spicca la title track (nonché primo singolo), il cui testo credo valga la pena sinteticamente di raccontarvi.
La band si lancia in una sorta di simpatica apologia della musica indipendente immaginando che la propria musica possa essere bistrattata, a favore di quella artificiale proposta da un Dj affascinante e atteso dalle donne spettatrici di un’ipotetica serata live. Musicalmente, poi, ogni membro della band dimostra di saper suonare sul serio (e non certo per scherzo) a partire dal bassista e produttore Guido Melis, le cui note aprono alla grande il brano. Geniale.
Marco Restelli- Music On TNT
Fa un effetto rassicurante inserire nel lettore “A che ora arriva il DJ?”, secondo disco dei fiorentini Petralana dopo “Oggi cadono le foglie”. Rassicurante, perché palesa subito l’assenza di suoni “a cazzo” – ho cercato una definizione migliore senza trovare nulla di altrettanto chiaro – tanto cari agli indie contemporanei; il rullante senza cordiera e l’incedere rilassato della traccia d’apertura, il violino che è sì, trattato, ma suona pur sempre da violino, la voce che non sbraita né ostenta nulla, chiariscono che i Nostri non vogliono mettersi in mostra o atteggiarsi a rockstar de noantri, quanto dire quel che hanno da dire in maniera chiara e comprensibile. Ecco quindi un buon uso delle dinamiche, poco affollamento di parti strumentali durante i cantati, suoni acustici e distorti ben equilibrati; insomma, strumenti e voce duettano bene e il risultato è un disco piacevole, leggibile e scorrevole. Oltre tutto, anche registrato bene.
Sempre sul filo del parlato, la voce di Tommaso Massimo ci porta in giro per una “Firenze deserta, tutta da parcheggiare” in Albe affollate, tratteggia un malinconico ricordo/rimpianto di un’Italia vista cambiare (in peggio) da lontano con in Italia mon amour e non manca di strappare un sorriso – con un che di amaro, a dirla tutta – con la title-track A che ora arriva il DJ?, quadro perfetto di quanto accade ad un buon numero di musicisti colpevoli di trovarsi a suonare nel locale sbagliato al momento sbagliato, in apertura della famigerata performance del DJ: “Qui la gente se ne frega di sentire i fatti miei, sono tutti concentrati sulle scarpe del DJ”.
Antonio Belmonte - La Scena
Più gruppi italiani ascolto più mi rendo conto che la tradizione cantautoriale del bel paese è ben radicata. Però a proposito si corre sempre il rischio di cadere nel banale, nella riproduzione superficiale, soprattutto se ci si avvicina troppo al fuoco, e per fuoco intendo De Andrè. Pensiamo ai Petralana, i fiorentini alla seconda fatica artistica con A che ora arriva il dj?, anche solo il nome del gruppo ci rimanda automaticamente alla canzone di Fabrizio De Andrè “Monti di Mola”dall’album, “Le nuvole”. No, non li disdegno, so che potrebbe sembrare, ma anzi rimango affascinata dai testi, ne colgo perfettamente la meticolosità nel comporli, si afferra al volo quell’atmosfera surreale e galleggiante in “Italia mon amour”. “Tom” è scritta tremendamente bene, non si può negare che il debito di sangue con “Andrea” di Faber sia legato a doppia mandata, ma affascina proprio per questo. C’è ironia e nostalgia al tempo stesso, melodie ammiccanti che entrano nel cervello in sordina, quasi in punta di piedi, come per la canzone omonima all’album, “A che ora arriva il dj?”. I Petralana hanno assolutamente tutte le carte in regola per poter produrre album di alto livello, e questo è uno di quelli.
Chiara Manera- Shiver