COSIMO BIANCIARDI & INTIMA PSICOTENSIONE - I.P.T. (SUB 014) (09/2019)
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ALESSANDRO ALAJMO - FIRENZE MARE BLUES (SUB 015) (05/2019) |
[...] il recupero metafisico della semplicità si accompagna coerentemente alla scelta musicale: canzone d'autore di altissima qualità, senza orpelli inutili, composta con strumenti basici e arrangiamenti artistici alquanto minimali. Si scorgono chiari i rimandi a ciò che di meglio la nostra canzone ha prodotto, dai tempi di De André sino ai Têtes De Bois e al miglior Capossela (Sguardo di tuono), ma si lambiscono anche confini lontani, come nel tex-mex delle splendida Verso la sementeria, forse il punto più alto di un album a dir poco strepitoso e di toccante maturità.
[...] non abbiate timore, lasciatevi cullare da piccole perle musicali (Acqua tra le mani, Vendemmia), ed entrate in questo disco in punta di piedi, proprio come fareste iniziando la lettura di un grande classico… [...] i Petralana sono bravissimi a destreggiarsi tra più registri, ricordando i Willard Grant Conspiracy nella canzone che titola l'album, corteggiando l'Americana in Acqua Tra Le mani, una sfumatura Jazz in Mira, un Capossela westernato in Sguardo Di Tuono o facendo tuonare le chitarre elettriche in senso rock nella cupa Il Faro. Muovendosi tra pezzi più mossi e altri più quieti, riempono le loro canzoni di sonorità cangianti...
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PETRALANA - FERNET (SUB 013) - 8/2/2019
ultime uscite
SELDON |
Secondo lavoro per i Seldon che piazzano un gran colpo con questo nuovo cd dal titolo Per Quale Sentiero. In realtà il sentiero della band toscana è ben tracciato. Ci si trova al cospetto di un gruppo che prende a piene mani dal prog italiano degli anni settanta e lo rilegge in chiave moderna, con una produzione degna di tal nome. [...]https://www.rockshock.it/recensione-seldon-per-quale-sentiero/ Con la loro seconda opera i Seldon costruiscono un lavoro saldo, non un capriccio stilistico, bensì una volontà comune di mostrare come il prog possa essere anche musica 'dolce' e non solo virtuosismi più o meno strettamente legati al metal. [...] Nessun riempitivo per un esperimento sonoro che strizza l'occhio a scenari desert rock senza mai rimandarvi alcun riferimento esplicito. Anzi, il suono proposto è molto personale e a questo punto mi viene da pensare che sia veramente molto caratteristico della band. Davvero una buonissima prova, senza riempitivi e soprattutto senza la volontà di accostarsi a nessun genere senza negarne alcuno. Marco Baroncini alla voce e alle tastiere, Francesco Bottai alle chitarre, Carlo Bonamico al basso e Marco Barsanti alla batteria, dalla città dell'arte Firenze. Questi sono i Seldon, una band virtuosa ma non virtuosistica, cioè che sa mettere la propria bravura e creatività al servizio di una narrazione profonda e significativa.
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NEVROREA - DIVA (SUB 011)
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(Power) trio che centrifuga gli ultimi venti/venticinque anni di alterna-rock ricavandone un fluido uniforme che viene fatto affluire (in abbondanti dosi) in una struttura tesa e dinamica (anche se sulla distanza si annota qualche ripetizione) all’interno della quale pulsa una vena tardo-psichedelica. Al contrario dei miei conterranei Volvodrivers, i Nevrorea (che si sono dati un bel monicker davvero, assai coerente con la loro proposta) evitano la spallata, l’impatto frontale, prediligendo un costante lavorio ai fianchi della composizione (ma la grinta certo non difetta, vedasi “Revolver”). Il canto di Cosimo Citossi (pure alla chitarra) è piacevole e si inserisce naturalmente sul tappeto di note che intreccia con la sezione ritmica presidiata da Ernesto Santoro al basso e da Lorenzo Bianchi alla batteria [...]https://symphonyofsilencehadrianus.wordpress.com/2018/10/14/recensioni-ultime-uscite-suburbansky-records Nevrorea da Firenze è un progetto dal respiro di rock lisergico ed emozionale, che arriva al suo primo full length dopo aver pazientato per arrivare pronto ai nastri di partenza. Il 12 ottobre è così uscito “Diva”, album che dalla psichedelia rock trae spunto per portarci in casa liriche di graffiante rock cantato in Italiano. Una traiettoria che risente della lectio magistralis dei Verdena già dalla traccia Prova a perderti, ma che trasuda di personalismo e attitudine, con chitarre che amano i Dead Meadow e una voce nascosta che fa eco con percussioni ritmate. Mentalità intima ed elucubrazioni di una certa specie, in cui le liriche si intrecciano con le stori personali della band e la luce suffusa di un rock emozionale ben suonato [...] http://www.thefrontrow.it/recensione-nevrorea-diva/ Non è facile fare psichedelia cantando in italiano a causa della forte linea melodica della nostra lingua. Ascoltare ciò che il combo fiorentino propone è dunque una gioia per le orecchie degli amanti di questo genere. Intanto perché si tratta di un bel disco rock psichedelico made in Italy appunto, dalle atmosfere oscure, con ritmiche sincopate e pulsanti, accompagnate da chitarre a volte pesanti e rifulgenti di luce shoegaze in brani come Diva e Accelera. Poi perché è l'album di debutto per la band nata solo due anni fa ma da subito al lavoro su questo genere di sonorità e quindi con le idee ben chiare. Infine perché i testi sono tutt'altro che banali. OTTIMO ESORDIO. |
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RICCARDO ANDREINI & BRAMASOLE |
Riccardo Andreini arriva da San Miniato, cittadina toscana in provincia di Pisa. Ex Zonaeden (due album in otto anni, di genere hard rock italiano), Andreini è già titolare anche di un buon esordio solista con 'Visone', disco interamente registrato in un piccolo studio casalingo e che viaggia tra post grunge e pop rock in maniera piuttosto convincente. Arriva quindi a questo 'Come Polvere', esordio con la sua nuova band Bramasole, formatasi circa due anni fa e già band di apertura per il live degli Zen Circus all'INIT di Roma; l'idea di base è quella di spaziare molto, andando dal rock ad un genere prettamente cantautorale, e c'è da dire che il risultato è assolutamente apprezzabile. Episodi come "Portano Vita" (bellissima, la migliore del disco) evidenziano un'ottima penna ed un'estrema originalità a livello di arrangiamento, e si fanno decisamente preferire ai brani ove il tessuto sonoro si fa ben più graffiante e tendente a "litfibismi" forse un po' troppo marcati (soprattutto in "Un Soffio D'Aria"). Tra i brani più smaccatamente rock, in ogni caso, non mancano proposte convincenti, come "Primavera" (che recupera i Soundgarden più misurati e melodici) e "L'Offerta", dove la vocalità un po' alla Gianluigi Cavallo di Andreini trova terreno assolutamente fertile. Vincente la scelta, voluta, di evitare correzioni ed editing digitali, in modo da ottenere un sound più crudo e meno artefatto; la strada intrapresa da Riccardo Andreini e compagni sembra proprio quella giusta, aspettando con curiosità le prossime mosse di questo nuovo ed interessante progetto. https://www.hardsounds.it/recensioni/riccardo-andreini-bramasole-come-polvere |
CHIARA WHITE BIANCOINASCOLTATO (SUB 009) (dicembre 2017) |
Non sono ancora pronto a mettere la parola fine a questo percorso ricco di tappe che mi hanno lasciato a bocca aperta, e, per mia fortuna, c’è ancora una canzone da scoprire. “Nostos”, il brano che fa calare il sipario sull’album di debutto di Chiara White, è un delicato riassunto delle emozioni raccontate e provate durante l’esperienza sensoriale che è Biancoinascoltato. Perso nel dolce arpeggio della sei corde di Chiara mi accorgo che la tempesta fuori dalla finestra ha lasciato spazio ad una notte serena e realizzo di essere stato davvero fortunato ad aver preso parte ad un viaggio meraviglioso, un dono prezioso iniziato in acque agitate e finito su rive placide (Extra! Music magazine, novembre 2017) Nove canzoni confezionate con molta cura, con begli arrangiamenti spesso per nulla scontati, che con delicatezza ci accompagnano in questo viaggio autobiografico in cui in fondo possiamo tutti specchiarci, ammesso di saper ascoltare [...] (L'Isola che non c'era) Chiara White vince il Premio Zonta 2018 Una sorta di Penelope in fuga, sedotta da paesaggi sommersi (Internazionale) Una scrittura di getto e profonda che scava nell’animo: questo si percepisce in ogni traccia dell’album che ha visto la collaborazione di tanti musicisti che l’hanno reso ancora più profondo. Un disco che colpisce, rapisce l’anima e rende impossibile tenere a bada i propri ricordi (Switch Magazine) Come scriveva Kafka (tanto per tornare a Praga) non posso tenere in camera un uragano, e questo è, semplicemente; Biancoinascoltato è esploso e non può più restare muto (Music Coast to Coast) Le melodie, i testi, i temi e la durata dei singoli brani e di tutto il disco rivelano un’attenzione particolare, una cura dei dettagli non molto frequente nei dischi più popolari [...] (Rockit, febbraio 2018) |
SUB 002 - Underfloor |
SUB 005 - Le Macchie di Rorschach Le Macchie di Rorschach (2011) Distribuzione Audioglobe |